Siamo in un arcobaleno. I soggiorni terapeutici dei ragazzi A.I.Mu.Se.
La “Vacanzina” sono anche loro: i ragazzi di A.I.Mu.Se., i giovani che anno dopo anno ripetono l’esperienza tutti insieme mettendosi in gioco, aprendosi sempre di più al mondo delle parole.
Hanno voluto raccontarci la loro esperienza, le giornate e i colori, le chiacchiere di notte, gli scherzi e le scoperte, nel clima di amicizia e condivisione profonda di chi si ritrova sapendo di vivere cinque giorni speciali.
Alessandra ci racconta il giro del mondo, tra profumi e colori e del rumore che fanno le parole, di notte: “Quest’anno siamo partiti a luglio con il nostro gruppo ormai collaudato e affiatato. Il tema della vacanzina è stato il “giro del mondo” e idealmente abbiamo toccato paesi come l’India con strane meditazioni nel parcheggio, tatuaggi con l’henne, un fantastico pollo al finto curry che forse è meglio dimenticare e travestimenti con stole per sembrare indiani. Il Brasile con la sua fagiolata con salsicce e il dubbio del “ma come si vestono in Brasile??”. L’Africa con i vari copricapi, le facce dipinte, il cous cous e la frutta esotica. Ed infine la cina con il suo (sempre finto e sempre discutibile) riso rosso mangiato con le bacchette, il pollo alle mandorle e il gelato fritto per poi giungere al momento che aspettavamo tutte con trepidazione: il momento trucco dei poveri operatori uomini diventati delle bellissime(emm…) geishe…alla fine il Giappone non è così distante. Questo è stato anche l’anno delle esplorazioni notturne, delle notti passate sul divano di nascosto (più o meno) e degli scherzi tra sangue finto ritrovato nei corridoi e bambole truccate da far paura che hanno contribuito a una notte accampate tutte insieme nel salone. Ma soprattutto è stato l’anno dove tutti si sono lasciati andare sempre di più fino ad un’apertura diversa per tutti ma ognuno dando il proprio massimo. Forse l’episodio più significativo e quello che ripensandoci fa più sorridere è stato quando ci hanno ripreso all’una di notte perché facevamo troppo casino…”
Un’altra testimonianza ce la scrive N.P.S.M. “È stata una bella esperienza perché ci ha permesso di fare amicizia con tante altre ragazze e tra noi si sono formate tante amicizie che sono continuate anche dopo che ci siamo separate. Mi sono sentita moooolto normale a meditare in cerchio insieme a un gruppo di pazzi vestiti da indiani in un parcheggio, e a giocare a “un, due, tre…cose strane” di sera per le vie del paese, per non parlare del pollo al curry con il colorante giallo al posto delle spezie e il riso con il colorante rosso per sembrare cinese che credo dovrebbero essere illegali. Però quella settimana ci ha aiutate ad aprirci con gli altri e a essere più tranquille…più o meno”
Katrin ci descrive l’arcobaleno di anime che si sono ritrovate, tra chiacchiere e avventure: “La vacanzina arcobaleno è un’iniziativa magnifica, raccoglie ragazze da tutta Italia e ci riunisce in un unico gruppo fantastico . Tutta l’organizzazione è creata con tanta gioia e accoglienza!
Attraverso questa esperienza ho trovato una nuova famiglia, certo all’inizio non tutto era facile, perché eravamo tutte un po’ timide a modo nostro, ma pian piano conoscendoci durante le giornate passate insieme giocando e chiacchierando di tutto e di più, abbiamo scoperto un nuovo mondo e non dico solo in ambito astratto ma anche fisicamente attraverso le avventurose giornate nel giro del mondo! Scoprendo nuove culture e provando nuove emozioni. Ho imparato che non bisogna cercare in altri continenti per trovare persone davvero coraggiose ed amichevoli, ma che basta fare qualche passo, un semplice sorriso e nasce qualcosa di nuovo!
Questa esperienza è stata unica con mille sfide e vittorie insieme a tante persone incredibili, con le quali abbiamo formato veramente un arcobaleno di felicità!”
Conclude Romina Bracchi, Referente A.I.Mu.Se. per l’Umbria con parole bellissime: “A pensarci, a un anno fa, quando per la prima volta incontravo questo gruppo di ragazze, non mi stupisco affatto a trovarle così felici di rivedersi, per la terza volta, ad Armeno. È un gruppo ormai unito, si sente, si capisce dagli abbracci, se guardi bene puoi anche vedere dall’interno i mesi passati a chattare e a telefonarsi. Il potere vincente del “quando ci vediamo” vola su tutto, sorpassa a tutta velocità qualsiasi paura del buio, la notte. Al buio in vacanzina si può anche mangiare, come quando ci siamo chiusi tutti con le luci spente e pescavamo a caso nel piatto. Si perché l’ignoto è divertente, possiamo inventarci cento, milioni di storie diverse, e giocare ad essere qualcosa che fino a prima non sapevamo di poter essere. La vacanzina è un microcosmo nel quale tutto è possibile, un campo di battaglia preparatorio, una rivelazione. Ad Armeno quest’estate ho visto le ragazze meravigliosamente più sciolte, con la voglia di uscire allo scoperto. Tanti sono stati i momenti emozionanti, risate, balli, volti colorati, bracciali tintinnanti, partite a minigolf e anche riflessioni e chiacchierate importanti. Quello a cui ho assistito in vacanzina questa volta è qualcosa che non si può e non si deve spiegare troppo. Basta ciò che è evidente, queste ragazze sono pronte per esplorare non solo Armeno ma il mondo intero”.