Mutismo selettivo: conoscerlo per superarlo
Alcune riflessioni ci accompagnano in questo periodo di Pandemia. La prima è che per non avere una gestione sbagliata del problema è necessario attenerci a ciò che gli esperti ci indicano, la seconda è che dobbiamo combattere lo sconforto e sapere che insieme usciremo da questo periodo così incerto e difficile.
Le stesse riflessioni valgono per il Mutismo Selettivo: è una condizione che mette preoccupazione e sconforta, la cui errata valutazione provoca una sbagliata gestione ed il rischio è che vengano messi in atto dei comportamenti che possono provocare il consolidamento del disturbo, un ulteriore abbassamento dell’autostima, isolamento e chiusura sociale. Cambiando invece prospettiva, il MS sarà considerato un disturbo d’ansia superabile attraverso la sinergia di tutti protagonisti (bambino/adolescente, famiglie e scuola) e chi ne soffre sarà considerato “momentaneamente silenzioso”. (Iacchia, Ancarani 2018).
Nel DSM-5 (APA,2013) il mutismo selettivo è stato inserito per la prima volta nella sezione dei disturbi d’ansia proprio perché il bambino reagisce con ansia ad un ambiente percepito come “minaccioso”, a tal punto da non riuscire più a parlare, contrariamente alla sua volontà (D’Ambrosio M. 2015).
L’eziologia del disturbo è molto ampia in quanto il MS è una condizione diagnostica eterogenea, determinata da fattori del temperamento, genetici, ambientali e neurologici che si influenzano reciprocamente: si può fare dunque un’ipotesi multifattoriale. Vediamo nello specifico quali sono questi fattori:
Fattori temperamentali: sono bambini prevalentemente ansiosi, timidi, riservati e diffidenti, spesso con difficoltà di regolazione nelle prime fasi di vita (disturbi del sonno, dell’alimentazione, irrequietezza). Paradossalmente oltre all’inibizione comportamentale, è emerso che in una piccola percentuale (10%) di bambini con MS è possibile trovare oppositività e difficoltà a rispettare le regole, (Black e Uhde,1995) .
Fattori ambientali: fattori importanti sono la famiglia e la scuola. In uno studio recente, condotto da Edison et al. (2011) è emerso che i genitori di bambini con MS sembrano essere più controllanti e iperprotettivi degli altri. Anche se datato, c’è uno studio di Kumpulainen et al. (1998) che ha mostrato che il 40% dei bambini con MS non partecipano attivamente alle attività di gruppo svolte in classe e/o durante la ricreazione e che il 15% sono rifiutati dai pari o (5%) vittime di bullismo. Secondo questi autori il MS determina un grave deficit nelle abilità accademiche, infatti circa un terzo degli studenti o ha un rendimento scolastico più basso rispetto alla media della classe frequentata. Inoltre, un’ ipotesi, condivisa da molti, è quella secondo cui la presenza di eventi traumatici rappresentano dei fattori eziologici del MS. Non tutti i bambini con MS hanno subito un trauma, ma non è da escludere a priori. Tra i fattori ambientali traumatici, anche il trovarsi a parlare all’esterno una lingua che non viene imparata e usata in famiglia porta alla chiusura in soggetti già più sensibili.
Fattori neurologici: benché il MS sia determinato principalmente da fattori emotivi, alcune ricerche hanno evidenziato anche l’importanza di fattori neurologici. In particolare altri studi (Manassis et al. 2007), hanno dimostrato che spesso il MS è in comorbilità con i disturbi del linguaggio o in presenza anche di un deficit di processazione uditiva (Aire et al. 2006, Bar-Haim et al.2004, Muchnik et al. 2013). Infatti durante la comunicazione verbale, c’è una continua interazione tra il linguaggio e i meccanismi uditivi. In particolare è stato visto che ci sono dei riflessi uditivi, che nei bambini con MS hanno una funzionalità ridotta, portando dunque ad avere un’esperienza soggettiva anomala della propria voce. Non a caso alcuni bambini con MS riferiscono di avere una voce “strana” (Black and Uhde 1992, Boon 1994). Anche se non si può pensare che la sola riduzione dell’attività uditiva possa provocare l’esordio del MS, si può ritenere che questo fattore, messo in combinazione con l’ansia sociale, timidezza ed inibizione comportamentale possa dare un contributo all’eziologia di questa condizione.
Il bambino con MS usa strategicamente il silenzio per ridurre l’ansia e altre emozioni negative provate in determinate situazioni sociali.
Il Mutismo Selettivo può essere superato più facilmente se viene diagnosticato precocemente e se si instaura una buona collaborazione tra genitori, insegnanti e tutte le figure professionali che entrano in contatto con il bambino/ragazzo. Il pediatra, per la sua connotazione di primo riferimento sulle difficoltà, dovrebbe essere potenziato a livello informativo, così da poter diventare un baluardo per la precoce individuazione del disturbo e per l’avvio repentino delle azioni che servono per contrastarlo e vincerlo. Formulare una corretta diagnosi, consente di ottimizzare le scelte d’intervento, tarandole sull’età e sulle specifiche peculiarità della situazione, evitando significative perdite di tempo e, soprattutto, aggravamenti del problema.
Per intervenire efficacemente occorre avere una visione d’insieme ampia, affinché le differenze di approccio, di stile e anche di formazione, si traducano in una risorsa, della quale tutti possano beneficiare. È in tale contesto di lavoro integrato che si possono collocare interventi di psicoterapia, musicoterapia, psicomotricità, logopedia, teatro, ecc. La risposta è come sempre subordinata ad una serie di variabili che dipendono dall’età del soggetto, dalle peculiarità della situazione specifica, ma è possibile uscirne. Questo è il dato più importante.
Emanuela Iacchia