“Aspettando il Natale” di Emanuela Iacchia

“Aspettando il Natale” di Emanuela Iacchia

Nessuno poteva immaginare di dover cambiare il proprio stile di vita, di dover costruire un nuovo quotidiano. Così, dopo lo smarrimento iniziale e un po’ di ottimismo estivo, ci siamo ritrovati a fare i conti con i tanti contagi dell’autunno e con le nuove disposizioni ministeriali. Siamo più preoccupati e le nostre giornate sono costellate dalla paura e da tutti quegli stati emotivi legati all’ansia che si mescolano tra loro e si mostrano con un‘intensità differente in funzione di ciò che ascoltiamo al telegiornale. “Sfinimento da Covid”, così l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito lo stato d’animo oggi largamente diffuso tra le persone.

Quali sono le cause della stanchezza psicologica? Molto probabilmente sono da rintracciarsi nel peso di tutte le limitazioni sociali, personali e preoccupazioni economiche, generate dalla pandemia. Stiamo vivendo una situazione che non ha precedenti: nessuno di noi si è mai trovato a dover fronteggiare una chiusura così prolungata delle scuole con la richiesta di proseguire il programma didattico a distanza. Come gestire questa seconda ondata con i nostri bambini?

Un consiglio è quello di rispondere sempre in modo semplice, rassicurante e sincero, perché, se i genitori si mostrano tranquilli anche loro lo saranno.

I bambini possono continuare a fare le cose `da bambini´ come giocare, fare cose divertenti, sognare il futuro, studiare e imparare. Gli adolescenti continueranno a fare ciò che piace a loro, invogliamoli a non chiudersi e ad impegnarsi nello studio.                                                                                      

Per una gestione dell’ apprendimento più efficace potrebbe essere utile dare una struttura alla giornata decidendo lo spazio da dedicare ai compiti e quello dei giochi, non essere troppo rigidi ma elastici e, mentre si studia, favorire  delle piccole pause utili per riprendere l’attenzione e la concentrazione giusta. Questo periodo potrebbe essere vissuto come un’occasione per favorire l’autonomia dei propri  figli che vanno sostenuti nelle attività più complesse, senza mai sostituirsi a loro. Lasciamoli far da soli in quelle più semplici, ma  senza essere critici, sempre rispettosi dei loro sforzi,  trovando il modo più adeguato per creare riflessioni e soluzioni ai problemi da affrontare. Aumentiamo la loro autostima.

Per non perdere l’abitudine nelle relazioni e l’apertura al verbale, specialmente per le classi che frequentano le lezioni da casa, si può pensare di  organizzare dei mini gruppi di studio online con alcuni compagni e, se le famiglie si conoscono bene, in sicurezza e nel rispetto delle norme anti-Covid19 si può decidere anche di organizzarsi per far incontrare il proprio  figlio con un amico per fare i compiti o assistere alle lezioni insieme.

Le relazioni sono essenziali per star bene tutti e nel periodo Natalizio diventano ancora più importanti. Per far fronte alle tante limitazioni, a poche settimane dal Natale è vietato chiudersi! Un aiuto, ormai lo sappiamo, può arrivare dai mezzi di comunicazione che conosciamo. Tablet, computer o cellulari, se ben  usati diventano dei connettori per non perdere l’abitudine al verbale con persone con cui già si parla  e uno stimolo verso nuove relazioni. Invitiamo allora i bambini a mandare auguri verbali ad amici e parenti. Importante è mantenere  una routine regolare, consolidare i progressi fatti e avere in mente il passo successivo: dopo un saluto vocale registrato, ci sarà un’augurale registrazione in video e poi una chiamata o videochiamata dal vivo. Un ultimo consiglio è  far qualcosa per gli altri, perché questo fa star bene tutti ed è un esempio per i figli. Far qualcosa per gli altri rende ai loro occhi il mondo meno pauroso e più affrontabile. Prepariamoci al Natale con pensieri e azioni d’altruismo, costruiamo ponti relazionali che possano essere percorsi e riempiti di parole festose.

Emanuela Iacchia