La psicoterapia online
In tempi di pandemia la parola d’ordine è “online”: se puoi fare qualcosa, falla a distanza! Smart working, spesa online, videolezioni, ginnastica, sessioni di laurea, corsi, convegni, eventi… un’infinità di attività ha traslocato sul web. Tra queste, anche la psicoterapia.
Durante la fase di lockdown, gli incontri online hanno preso il posto di quelli in presenza fisica (“lontani ma vicini”), regalando agli addetti ai lavori accesi dibattiti e spunti di riflessione su opportunità, vantaggi, svantaggi, efficacia di tale modalità. Sebbene la psicoterapia online non sia certo una novità, è diventata di rilevante importanza in questo periodo.
Come psicologi, non possiamo ignorare gli strumenti che abbiamo a disposizione e come questi ultimi siano parte integrante della vita di tutti noi.
Famiglia e scuola sono altri attori fondamentali in questo momento. Rappresentano i due ambienti principali in cui il bambino/ragazzo vive, e contribuiscono alla realizzazione di un intervento efficace.
La pratica online è più difficile, ma non è impossibile.
La sfida, per gli psicologi, è quella di utilizzare la tecnologia in modo appropriato e integrare le diverse forme di comunicazione (dal vivo, sms, app di messaggistica, e-mail), in modo che questo insieme concorra ad instaurare una relazione terapeutica proficua per entrambe le parti.
I terapeuti devono dotarsi di una varietà di tecniche creative che promuovono sia l’espressione verbale che quella non verbale in un modo terapeutico.
Un punto a favore è che i nativi digitali – o Generazione Z – hanno un rapporto stretto con Internet e sembrano propensi a una modalità di psicoterapia online.
Durante questo periodo di grandi richieste di adattamento, tenendo conto di tutte le difficoltà iniziali, è stato possibile lavorare con i ragazzi e i bambini con mutismo selettivo utilizzando come risorsa e strategia quella del mondo digitale. Per prima cosa, abbiamo potuto stare “lontani ma vicini”. L’idea di potersi vedere e sentire tramite video chiamata, foto e messaggi vocali, ha permesso di rimanere connessi e sentirsi meno soli in questo periodo in cui le relazioni sociali sono limitate al minimo indispensabile.
La video chiamata non può essere un’alternativa agli incontri in studio, ma può essere un valido supporto. Se il nostro obiettivo è abbassare la soglia dell’ansia che ci impedisce di utilizzare il verbale, allora è possibile creare dei setting in cui l’utilizzo di supporti informatici può portare avanti questo impegno. La possibilità di turn off del video, l’utilizzo della mascherina che copre le labbra che si muovono mentre si parla, l’utilizzo di emoticon per esprimere stati d’animo, i messaggi scritti, ci vengono d’aiuto quando ancora l’utilizzo del verbale non è riuscito. A volte, la condivisione di un’immagine o di stralci di video possono essere l’inizio di una conversazione, e sicuramente di una condivisione emotiva. Con i più piccoli, almeno all’inizio dell’incontro, è sempre utile il coinvolgimento dei genitori, o addirittura di tutta la famiglia, come aiuto alla conversazione online. Fare insieme un gioco, un disegno, degli indovinelli può sciogliere la tensione iniziale. L’ansia si abbassa sempre, quando ci stiamo divertendo. Tutte queste strategie hanno il fine di stimolare la comunicazione verbale.
I colloqui online con i docenti nel periodo del Covid19 diventano più facilmente organizzabili; non dobbiamo perdere questa opportunità, ma dobbiamo incentivarli confermando la nostra disponibilità.
L’idea rimane sempre la stessa: creare le condizioni per agevolare in tutti i modi la collaborazione tra scuola, famiglia e terapeuta, per aiutare chi soffre di mutismo selettivo a sentire emozioni positive ed essere sempre più coraggioso!
Questa è la base per affrontare il rientro a scuola: ritornare alla normalità non solo con meno paura, ma sentendosi più forti di prima!
Beatrice Cavallini