Il coraggio di Patty – di Giuseppe Marino
Si può superare il mutismo selettivo? Certo! E la storia di Patty vuole essere una coraggiosa testimonianza!
Patty era una splendida bambina: vivace, sorridente e con una potentissima grinta! Insomma, era un vero vulcano! Dico “era” perché adesso Patty è una signorina: è nel pieno delle scuole secondarie di primo grado (le medie, per intenderci) e già la immagino con lo sguardo vispo e puntato verso il suo prossimo traguardo, pronta a correre verso un sacco d’importantissime nuove tappe! E correre non lo dico a caso, perché Patty è una grande podista – oltre a tantissime altre passioni che coltiva con impegno e determinazione! Insomma: una vera forza della natura!
E pensare che Patty, quando l’ho incontrata per la prima volta, era un pochino chiusa. Stava tutta rannicchiata dentro un guscio.Non parlava, teneva lo sguardo basso e le gambe incrociate. Eppure, ve lo posso garantire, nella stanza si sentiva il terremoto: c’era un’energia enorme da liberare! Mamma e papà lo sapevano: conoscevano la potenza di Patty e anch’io, che l’avevo appena vista e solo per pochi minuti, percepivo molto bene una grandissima forza! Ma chi avrebbe mai detto che potesse essere così tanta!
Patty ha affrontato le sue difficoltà con una determinazione incredibile e ha incorniciato le vittorie con un grande sorriso! Ma non solo, è riuscita anche a ridere delle gaffe, dei pasticci e degli inciampi perché Patty, da grande atleta, lo ha sempre avuto chiaro che ogni tanto qualche capitombolo fa parte del gioco!
La storia di Patty è quella di una bambina, ora ragazza, e di una famiglia che ha proprio scelto di mettersi in gioco. Qualche settimana fa, a distanza di anni, mi arriva una meravigliosa sorpresa: un tema in classe di Patty! Un tema? Non solo: è una testimonianza, la storia bellissima che Patty ha voluto raccontare. Ed è stata proprio lei a proporre la condivisione, qui, per Aimuse, del suo tema: perché la sua voce possa essere di supporto per chiunque si possa sentire disorientato o confuso.
Il tema di Patty!
Enunciato: Ti sei mai sentita “vittima” o “prepotente”? Quando? In quali circostanze? Quali emozioni hai provato? Prova a raccontare la tua esperienza in uno scritto.
Svolgimento: Durante le elementari continuavo a sentirmi vittima di prese in giro riguardo alla mia timidezza. Mi consideravano muta, e certi ragazzi più grandi mi maltrattavano come se non patissi alcun dolore. Ogni giorno avevo voglia di urlare e far sentire al mondo la mia bellissima voce e il mio carattere simpatico e divertente.
Ogni anno cambiavo psicologo, perché non ce n’era uno ideale in grado di aiutarmi a superare le mie difficoltà. La mia famiglia mi sosteneva e mi proteggeva; mio papà mi difendeva e incoraggiava come se tenesse più a me che a mio fratello e a mia sorella.
Durante i periodi di sofferenza scrivevo un diario; un diario che racchiudeva tutti i miei pensieri e tutte le mie emozioni. In terza elementare ho incominciato a parlare di più con i miei compagni. In quarta ho fatto sforzi che in anni precedenti mi sembravano impossibili, ad esempio parlare nell’orecchio alle maestre e ai maestri.
In quinta elementare (tre anni fa) mio papa riuscì a trovarmi uno psicologo esperto. Era giovane, di media statura, magro, vivace, simpatico, e addirittura un giorno dimostrò di saper recitare un intero canto della Divina Commedia! Insomma, uno più in gamba di così non si riusciva a trovare facilmente. Si chiamava Giuseppe e in passato aveva trovato e aiutato tanti bambini con lo stesso mio problema. Giuseppe mi regalò un quadernino e un sacco di matite colorate. Ogni sabato ci incontravamo; Disegnavamo, andavamo ai mercatini e nei negozi, dove mi costringeva a comprare da sola il materiale. Guardavamo video divertenti e alla fine della giornata gli raccontavo tutte le mie imprese compiute durante la settimana.
Dopo circa un mesetto di incontri con lui, a scuola feci numerosi progressi: riuscii a fare un’interrogazione ad alta voce davanti a tutta la classe, e come premio ottenni un ottimo voto! Ero strafelicissima!!! Anche perché tutti i miei compagni, i miei amici, i diversi genitori, i maestri e la mia famiglia erano molto contenti e meravigliati dalla mia impresa. Ora ho ancora alcune tracce del mio passato, presenti nel mio carattere, ma comunque riesco a parlare in pubblico senza scappare e senza piangere o imbarazzarmi tanto, come facevo alle elementari.
Patty
Grazie mille Patty per questa splendida testimonianza!
Giuseppe Marino – psicologo psicoterapeuta della rete Aimuse