L’importanza del gioco simbolico – di Emanuela Iacchia
Il gioco di ruolo è il gioco “del far finta di”, è una tappa molto importante per lo sviluppo emotivo, relazionale e cognitivo del bambino. Si sviluppa verso i 24 mesi e consiste nella capacità del bambino di rappresentarsi mentalmente oggetti e persone di utilizzarne un oggetto al posto di un altro, di interpretare un ruolo al posto del suo. Lo psicologo Jean Piaget spiega che si tratta del momento in cui il piccolo mette in atto delle imitazioni differite, in sostanza replica comportamenti osservati in altre situazioni, spesso tenuti da adulti di riferimento e li riproduce.
Ma perché il gioco simbolico è di fondamentale importanza? Perché contribuisce in modo decisivo allo sviluppo del pensiero astratto e aiuta il bambino nella conoscenza del complesso mondo emozionale in quanto permette, attraverso l’imitazione e l’identificazione, di sperimentare emozioni e modelli relazionali. Il gioco simbolico aiuta ad elaborare situazioni che i bambini hanno realmente vissuto da un’altra prospettiva o cambiando il finale. Ad esempio un insegnante che mette timore, potrebbe diventare, nel gioco del bambino, lui stesso e assegnare allora tanti voti belli a tutti. Il gioco simbolico è un gioco di ruolo ed è molto importante per elaborare le emozioni, specialmente quelle negative: in base all’età il bambino potrà far finta di essere lui il protagonista della storia ed essere coraggioso, l’adolescente potrà rivivere una situazione temuta con ironia o provare ad esercitarsi prima di affrontarla.
Insomma giocare con giochi dove ci si muove, o con giochi che permettono “di essere mossi dal vivo”, ad esempio pupazzi, costruzione, bambole… è molto importante, specialmente oggi che piccoli e grandi ogni giorno trascorrono molte ore davanti al tablet o altri dispositivi elettronici, fermi ed immobili. Ma se il gioco simbolico è così importante, come possiamo “sfruttarlo” per affrontare la paura?
Come possono utilizzare il gioco simbolico gli insegnanti? A scuola il bambino potrà essere invogliato ad impersonare un ruolo e immaginarsi in una storia insieme ai compagni. In classe ci si potrà travestire e far rivivere personaggi storici, scienziati o mimare gli animali nella fattoria. Giocare con gli amici, seguire un copione o immergersi nell’immaginazione sviluppa la capacità cooperativa e ci si sente parte del gruppo. Interpretare una persona diversa da sé, spesso toglie la vergogna, aiuta la relazione e l’apertura al verbale. Per giocare non c’è bisogno di tanto materiale: qualche oggetto, delle stoffe per eventuali travestimenti e la massima immaginazione dei bambini.
Può essere utile il gioco simbolico in famiglia? Il gioco simbolico può dire molto sulle paure, sui sentimenti, sui desideri dei nostri bambini.
Solitamente, i piccoli non sanno o non riescono ad esternare alcune emozioni. Tramite il gioco di ruolo è come se affidassero ad altri la comunicazione di alcuni stati d’animo, si liberano e nello stesso tempo ci permettono di capirli e di aiutarli. Anche gli adolescenti si divertono molto ad evidenziare o esasperare per gioco le caratteristiche degli adulti, è un modo divertente per controllare, abbassare l’ansia del confronto e prepararsi alla relazione con l’esterno.
Gli specialisti possono usare Il role-play terapeutico immergendo bambini e adolescenti in contesti che creano pressione o ansia, esattamente come molte situazioni sociali della vita di tutti i giorni. Vivendo la situazione che crea paura “per finta”, in un ambiente sicuro, protetto e accanto ad un adulto di riferimento, è possibile sperimentare le proprie emozioni e preparasi ad affrontarle poi dal vero.
“La vita non è un gioco”, ma aver fatto esperienze positive di gioco nei diversi momenti della vita accanto a figure sicure, è certamente di grande aiuto per trovare, anche in situazioni meno facili, le risorse interne per affrontarle.
Emanuela Iacchia – psicologa psicoterapeuta, direttore Comitato Scientifico Aimuse