Riparte la Terapia Residenziale, affettuosamente chiamata “Vacanzina” – di Emanuela Iacchia

Riparte la Terapia Residenziale, affettuosamente chiamata “Vacanzina” – di Emanuela Iacchia

A metà luglio, per i nostri adolescenti ci sarà la possibilità di partecipare ad un’esperienza unica, originale ed efficace per la cura del Mutismo Selettivo, sto parlando della “Vacanzina”. La Terapia Residenziale Intensiva, già avviata con successo a partire dal 2015, ritorna rinnovata e puntuale dopo la pausa forzata della pandemia. Per chi già la conosce, sa che la sua struttura è terapeuticamente consolidata e sostenuta da verifiche cliniche ed operative e dai buoni risultati ottenuti.

Per chi ancora non la conosce ecco alcune riflessioni: la Terapia Residenziale è efficace perché, chi soffre di MS ha bisogno di più tempo per prendere confidenza e lasciarsi andare al verbale e a volte, l’ora di terapia individuale termina proprio quando il bambino o il ragazzo comincia ad aprirsi alla relazione.

La seconda riflessione è che, aprirsi alla parola nello studio del terapeuta è l’inizio del cammino, il passo successivo sta proprio “nell’esportare” all’esterno il linguaggio verbale e spesso, nella quotidianità, i ragazzi con MS hanno poche opportunità di sperimentare interazioni continue, con interlocutori consapevoli, in un contesto favorente, pur avendo in loro un grande desiderio di farlo.

Quest’estate la Vacanzina sarà organizzata per gli adolescenti che saranno coinvolti in modo intensivo e continuativo dal 14 al 17 luglio in una convivenza giocosa, educativa e terapeutica che permetterà all’intensità e alla varietà delle emozioni di essere espresse in tutti i momenti, per più giorni consecutivi, quindi di abbassare l’ansia, accelerando i processi di sblocco per aprirsi alla verbalizzazione.

Questa nuova esperienza è stata pensata per poter coinvolgere adolescenti che già hanno partecipato alla Terapia Residenziale e nuovi partecipanti a partire dai 12/13 anni con l’obiettivo non solo di aprirsi al verbale, ma di sperimentare nuovi spazi d’autonomia e di relazione.

Passo dopo passo, in Vacanzina, nasce comprensione ed accoglienza da parte di ciascuno e tutti prendono coscienza  che è veramente possibile alleggerire il clima relazionale, instaurandone uno giocoso, rilassato e aperto, in cui è assente il giudizio. I partecipanti entrano in contatto l’uno con l’altro e ritornano a se stessi arricchiti dall’esperienza altrui, in altre parole: vivere insieme accelera, in tutti, la consapevolezza, la fiducia e la possibilità di uscire dal silenzio.

Negli anni, il programma terapeutico delle Vacanzine è arrivato ad un’ottimizzazione, fondata su ciò che ha reso le singole esperienze uniche, ma al contempo ripetibili. È stato ad esempio confermato il momento della loro attuazione, l’estate, periodo scelto con cura, per familiarizzare e stare insieme in modo semplice e divertente, consentendo così una “rottura del ghiaccio” tra partecipanti, professionisti e mondo esterno.

Per quanto riguarda gli adolescenti, la Terapia Residenziale si snoda attraverso tre momenti, articolati in due anni: un primo incontro organizzato a luglio, un secondo durante le vacanze invernali (che serve sia da ponte e sia da follow-up) e un terzo momento l’estate successiva. Gli spazi tra i tre momenti sono inoltre riempiti da messaggi e conversazioni tra tutti. Con questa strutturazione si è potuta osservare una maggiore apertura di tutti i partecipanti, confermando che per i ragazzi, è questa la scelta migliore.

Dalla ricerca condotta sull’esperienza della Vacanzina”è emerso che i ragazzi che hanno partecipato sono riusciti a velocizzare enormemente il percorso di recupero della verbalizzazione. In Piemonte sono sbocciate iniziative eccellenti che prendono spunto dalla Vacanzina.

All’inizio e alla fine della Terapia Residenziale è programmato uno spazio dedicato ai genitori per permettere a loro di condividere le parole e le emozioni proprie dell’essere genitori di un figlio con MS. Per i genitori sono momenti molto intensi e preziosi, perché è davvero inestimabile riuscire a non sentirsi gli unici a vivere questa condizione, percependosi parte della grande famiglia di Aimuse.

Emanuela Iacchia – psicologa e psicoterapeuta, direttore del Comitato scientifico Aimuse.