Cosa è lo stress e come è possibile superarlo – di Emanuela Iacchia
Di stress si parla spesso, ma non è sempre facile capire quando si tratti di una condizione “normale” e di quando potrebbe rappresentare un problema. Secondo la scienza, lo stress è la risposta fisiologica ad alcune situazioni che dobbiamo affrontare. In particolare, l’endocrinologo ungherese Hans Selye lo ha definito come «la risposta aspecifica del corpo a qualsiasi richiesta, indipendentemente dal fatto che sia causata da stimoli piacevoli o spiacevoli». Quando si attiva la risposta allo stress, nel corpo si innescano diversi processi. In primis, si attiva la produzione di ormoni, come il cortisolo, l’ormone dello stress. Da qui deriva l’attività del sistema nervoso centrale e le reazioni che riguardano ad esempio la temperatura corporea, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e il congelamento; tali risposte fisiche si modificano proprio per affrontare lo stimolo stressante.
Ma finché lo stress rimane entro certi livelli, oppure si alza per periodi brevi, si è in una condizione di normalità. Per esempio, prima di un esame o quando ci si prepara per un appuntamento importante è possibile sentirsi tesi, anzi è perfino utile per aumentare la concentrazione verso il compito d’affrontare. Il problema è quando diventa eccessivo, sia per quantità, sia per durata. E’ la situazione dei nostri bambini e adolescenti con Mutismo Selettivo che accusano stress in molti contesti quotidiani, situazioni che per gli altri sono facilmente superabili. Succede allora che tutte le reazioni fisiologiche di risposta del corpo alla tensione, diventano così frequenti e abituali che non si riesce più a distinguere lo stress eccessivo dalla normalità. Per fare un esempio concreto, quando si vive continuamente in uno stato d’ansia, ci si convince che la “normalità” sia sempre fatta di cuore in gola, impossibilità a parlare, mani sudate e tensione muscolare. Ci si abitua a “star male” e non si riesce più ad immaginare una situazione diversa. Purtroppo però, questi sintomi fisici, spesso invalidanti, potrebbero creare affaticamento e, a lungo termine, anche problemi di umore basso. Ecco perché è necessario intervenire in fretta e non permettere allo stress di diventare parte della quotidianità.
Come poter affrontare, per i nostri bambini e ragazzi, lo stress così pervasivo che può bloccare anche le parole? il primo passo necessario è che ci sia un adulto capace di ascoltare e di non invalidare le emozioni che vengano espresse attraverso il corpo. Se, al contrario, dinanzi ad uno stato di stress si fa sentire inadeguato chi ne soffre, si consoliderà la reazione di evitamento che porterà a non riuscire a dar voce alle emozioni.
Il secondo passo da compiere è aiutare bambini e ragazzi a prendere coscienza della propria situazione. Diventare consapevoli di avere una fragilità emotiva e maturare sempre più il desiderio di cambiare attraverso un’azione di coraggio, è fondamentale. Riconoscere di avere un problema, infatti, significa mettersi sul cammino della risoluzione.
Ecco allora l’importanza del terzo punto: saper chiedere aiuto. Chiedere aiuto diventa così un grande dono in termini di fiducia, e fa sentire bene tutte le parti in gioco: chi lo chiede e chi lo dà. Quando si chiede aiuto, può essere utile partire dal dichiarare i propri desideri all’altro, senza aver paura di mostrarsi vulnerabili e incerti. La fiducia e la stima tra le persone si costruisce lentamente, atto dopo atto, e dà significato alla relazione. Potersi sperimentare all’interno di una relazione sicura e valorizzante, sperimentarsi nel quotidiano con costanza, un passo alla volta, abbassa lo stress e invoglia l’apertura al verbale.
Emanuela Iacchia – psicologa e psicoterapeuta, direttore del Comitato scientifico Aimuse