La battaglia è solo all’inizio!

La battaglia è solo all’inizio!

INDENNITA’ DI FREQUENZA E LEGGE 104/1992

I diritti e i benefici di cui alle Legge 104/92 e l’indennità di frequenza sono strumenti fondamentali per sostenere il cammino dei nostri figli nel loro viaggio verso l’autonomia. Il  problema fondamentale che ognuno di noi genitori riscontra è quello di reperire professionisti specializzati per sottoporre a terapie mirate il proprio figlio; purtroppo nella maggior parte dei casi, gli psicoterapeuti delle ASL non hanno ancora maturato la necessaria competenza ed esperienza per guidare i nostri figli fuori dal tunnel del mutismo selettivo.

In questa fase, pertanto, la maggioranza di noi incontra due problemi fondamentali: il primo è di ordine economico, ossia ai professionisti specializzati per quanto disponibili, va comunque riconosciuta la giusta parcella e non tutte le famiglie hanno la possibilità economica di sostenere il percorso terapeutico dei propri figli, che spesso può durare anche alcuni anni; in secondo luogo, il  problema è quello di accompagnare i  figli anche in luoghi lontani dalla propria abitazione, in quanto, dato l’esiguo numero dei professionisti competenti all’interno di ogni regione, spesso occorre muoversi e raggiungere studi anche molto distanti a volte situati in altre province.

Proprio in questi casi, i permessi previsti dalla Legge 104/92 risultano essere fondamentali per consentire ad ogni genitore di poter accompagnare il proprio figlio a sedute terapeutiche, che hanno di prassi una cadenza settimanale.

Da quanto fin qui esposto, risulta evidente che il diritto all’indennità e all’assistenza sono strettamente connessi tra di loro, e possono garantire ai bambini e ragazzi di poter svolgere con efficacia e continuità le terapie di cui hanno bisogno. Purtroppo, però,  in molti casi le commissioni mediche sono riluttanti ad accertare tali diritti, e le ragioni non sono solo strettamente mediche.

In molti casi è la scarsa conoscenza del mutismo selettivo da parte dei medici che compongono le Commissioni, che li porta a “derubricare” lo stesso come eccessiva timidezza, dato che nella maggior parte dei casi esso non si manifesta con altre comorbilità che inducano i medici a riscontrare problemi di tipo cognitivo.

In altre situazioni, la mia esperienza di avvocato e di padre di una bambina con mutismo selettivo mi induce a pensare che il problema delle ASL sia principalmente quello di contenere i costi dell’assistenza, in quanto mi capita sempre più spesso di ricorrere in giudizio per la concessione di benefici di indennità di frequenza o di accompagnamento, che appaiono “ictu oculi” sacrosanti. Un caso emblematico mi è capitato ultimamente per un mio cliente, a cui non è stata concessa l’indennità di accompagnamento e che, a causa proprio delle patologie sofferte, è deceduto prima che si arrivasse alla visita disposta in giudizio.

Noi di Aimuse esortiamo voi genitori a non arrendervi!

Anche se il cammino è irto di difficoltà, non bisogna mollare e, in caso di diniego della domanda da parte della Commissione Medica nominata dalle ASL, è doveroso ricorrere in giudizio per tutelare non solo i nostri figli, ma anche quelli degli altri, onde creare precedenti e giurisprudenza favorevole, che possa agevolare tutti all’accesso di diritti sacrosanti.

La nostra battaglia è solo all’inizio; è compito di noi tutti non solo informare e divulgare quante più conoscenza possibile sul mutismo selettivo, ma anche favorire ed aiutare l’accesso a tutte le forme di tutela possibili per garantire ai nostri “amici silenziosi” un percorso sereno ed efficace.

Carlo Napolitano – avvocato, referente regionale Aimuse Campania