Esami di Stato e mutismo selettivo
La scuola rappresenta il luogo nel quale è di fondamentale importanza agire con consapevolezza e prudenza, per favorire agli studenti con mutismo selettivo, di arrivare in modo graduale dal silenzio alla parola, senza aspettative né pressioni. Rispetto agli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, i ragazzi che frequentano la scuola secondaria di primo o secondo grado, presentano situazioni differenti che implicano si debba tener conto sia del consolidamento del disturbo che delle difficoltà di inclusione all’interno del gruppo classe le quali, inevitabilmente, generano spesso dinamiche che necessitano di azioni specifiche. Durante l’ingresso alla scuola secondaria, gli alunni con mutismo selettivo iscritti al primo anno richiedono spesso di poter affrontare la nuova esperienza scolastica senza che nessuno – docenti e compagni – apprenda della presenza del disturbo. Assecondare tale richiesta, talvolta può favorire il giovane che si appresta ad entrare a far parte di una realtà scolastica nuova, consentendogli di affrontare la situazione iniziale in modo più sereno e con un livello meno intenso di ansia ma nel corso dei mesi, tale scelta, potrebbe generare delle criticità e una maggiore necessità di isolarsi e chiudersi in sé. Poiché le situazioni vissute dai giovani con mutismo selettivo sono comuni per certi aspetti ma differenti per tanti altri, sarebbe auspicabile, prima di prendere delle decisioni, procedere con un esame attento della situazione che tenga conto della storia clinica del ragazzo e del suo vissuto familiare, sociale e scolastico.
Ciò che si può fare in classe per consentire agli alunni con mutismo selettivo frequentanti la scuola secondaria di vivere con maggiore serenità l’esperienza scolastica, viene di seguito riportato:
- privilegiare una didattica flessibile;
- instaurare un rapporto di fiducia con l’alunno stimolando una comunicazione non verbale attraverso un piano comportamentale strutturato;
- creare un clima sereno nel gruppo classe attivando dei percorsi che vertano sulle emozioni;
- rispettare i tempi dell’alunno nel graduale passaggio dal silenzio alla parola evitando pressioni e aspettative dirette all’immediato uso della parola in classe;
- creare una rete tra famiglia – specialisti – corpo docente;
- utilizzare una valutazione alternativa a quella orale (registrazioni audio/video), verifiche scritte;
- privilegiare le verifiche con domanda a risposta multipla;
- suggerire all’alunno l’utilizzo di programmi per la costruzione di mappe mentali, schemi tabelle (di cui avvalersi anche durante le verifiche).
Prima di affrontare il tema inerente le misure da adottare per gli alunni con mutismo selettivo durante il sostenimento dell’Esame di Stato, vediamo quali sono in linea generale, le modalità introdotte dalle nuove ordinanze.
I giovani in procinto di sostenere l’Esame di Stato a conclusione del proprio ciclo di istruzione (ex esame di licenza media o ex esame di maturità) dovranno attenersi alle modalità previste dalle nuove Ordinanze Ministeriali, che disciplinano lo svolgimento dell’esame e le disposizioni previste per il sostenimento dello stesso. Il Ministero dell’Istruzione ha emanato recentemente l’ordinanza ministeriale n° 52 e 53 rispettivamente per il primo[1] e secondo[2] ciclo di istruzione che prevede per lo studente, una prova orale previa consegna di un elaborato scritto da discutere nel corso della prova.
Per gli alunni che concluderanno il primo ciclo di istruzione, la commissione terrà conto della capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, nonché del livello di padronanza delle competenze di educazione civica. Durante la prova orale, si valuteranno la padronanza della lingua italiana, le competenze logico matematiche e le competenze nelle lingue straniere. L’elaborato che consegnerà ed esporrà l’alunno, sarà collegato ad una o più materie tra quelle previste nel piano di studi e riguarderà un argomento indicato dai docenti sulla base dei requisiti dell’alunno.
Per gli alunni che concluderanno il secondo ciclo di istruzione, il colloquio verterà sull’esposizione dell’elaborato che verrà predisposto dall’alunno sulla base delle discipline caratterizzanti e integrato in una prospettiva multidisciplinare. La commissione terrà conto dell’acquisizione dei contenuti di ciascuna disciplina e delle competenze e conoscenze acquisite, della capacità di analisi critica e personale, della conoscenza della lingua straniera, delle competenze acquisite come previsto dalle attività di educazione civica. Ancora, l’alunno dovrà discutere oralmente un breve testo già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento della lingua e letteratura italiana, per valutare la capacità di analisi; un materiale assegnato dalla commissione relativo al proprio percorso; le esperienze maturate nell’ambito del PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Inoltre, a differenza del primo ciclo di istruzione, l’Esame di Stato del secondo ciclo fa riferimento ad una griglia nazionale di valutazione maggiormente articolata.
Cerchiamo di comprendere ora, quali strumenti compensativi e misure dispensative possono essere utilizzati per gli alunni con mutismo selettivo che svolgeranno l’Esame di Stato.
È bene ricordare che gli strumenti compensativi e le misure dispensative, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, non seguono una logica meccanica, poiché ciascun alunno presenta una situazione differente nella quale si deve tener conto delle diverse esperienze vissute durante il proprio percorso scolastico.
L’adozione di interventi mirati, messi in atto sulla base dei livelli raggiunti da ciascun alunno con mutismo selettivo, si pone nell’ottica di favorire un apprendimento significativo volto a promuovere il successo formativo dello studente. Egli, sia per l’esame di maturità che per l’esame di terza media, ha diritto a servirsi degli strumenti compensativi presenti nel PDP (Piano didattico Personalizzato) ed utilizzati nel corso dell’anno.
Di seguito alcuni suggerimenti utili:
- rassicurare lo studente manifestando sia nella fase precedente l’esame che durante lo stesso, offrendogli mezzi e risorse;
- fornire indicazioni chiare ed esaustive sulle modalità di svolgimento dell’esame;
- riunire il consiglio di classe per valutare quali misure adottare per consentire allo studente di svolgere l’esame in un clima sereno, definendo dettagli e azioni di accompagnamento;
- se necessario, presentare anticipatamente al Dirigente Scolastico eventuali proposte “straordinarie” inerenti le misure compensative che si intendono adottare, informando il consiglio di classe sulle possibili azioni da intraprendere;
- agire con flessibilità tenendo a mente che l’obiettivo primario è consentire allo studente di concludere al meglio il proprio percorso formativo;
- suggerire allo studente di registrare la presentazione del proprio elaborato. Registrazione che lo studente invierà preventivamente alla commissione d’esame.
- trasformare l’esposizione orale in un compito scritto: per gli studenti che concluderanno la scuola secondaria di secondo grado, si potrebbe utilizzare tale modalità anche per le successive prove d’esame;
- anticipare allo studente le domande che vertono sulla prova, proponendogli di portare avanti il lavoro a casa;
- consentire allo studente di registrare o montare la propria voce nell’elaborato predisposto su PowerPoint.
In conclusione, la normativa vigente consente di differenziare le prove per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES[3]) certificati o comunque forniti di un piano didattico personalizzato (Circ. Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013, Prot.561). Tale documento, preventivamente condiviso con genitori e specialisti, potrà essere integrato dai docenti, con le misure che verranno adottate in sede d’esame. È opportuno considerare sempre la singola situazione attuando misure condivise che tengano conto dell’intero percorso dello studente. Inoltre, sia al termine del primo che del secondo ciclo di istruzione, è indispensabile venga predisposta un’adeguata presentazione dello studente e delle modalità con cui egli ha portato avanti il proprio percorso di inserimento scolastico e di apprendimento. Ciò, deve tener conto anche dei sistemi utilizzati dall’istituto nel corso dell’anno scolastico nel caso in cui sia emersa la necessità di ricorrere in una o più occasioni alla didattica a distanza.
Sarebbe auspicabile evitare problemi inerenti un’eventuale discontinuità nelle metodologie adottate.
Manuela Udella, in collaborazione con Mario D’Ambrosio
[1]https://www.miur.gov.it/documents/20182/5385739/OM+esami+di+Stato+Primo+ciclo+n.+52+del+3+marzo+2021+-+a.s.+2020_2021.pdf/a1fb3393-14fd-140b-ab11-6b43f1512b0b?version=1.0&t=1614885881500
[2]https://usr.istruzione.lombardia.gov.it/wp-content/uploads/2021/03/OM-Esami-di-Stato-nel-secondo-ciclo-di-istruzione-per-l-anno-scolastico-20202021.pdf
[3]https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Direttiva+Ministeriale+27+Dicembre+2012.pdf/e1ee3673-cf97-441c-b14d-7ae5f386c78c?version=1.1&t=1496144766837