L’importanza della famiglia – di Emanuela Iacchia
La strategia migliore per consentire alla propria figlia o al proprio figlio di percorrere la strada per uscire dal MS non è quella di restare immobili in attesa che tutto passi, ma di darsi da fare in prima persona e usare in modo consapevole, appropriato e mirato il tempo vissuto in famiglia.
Per giungere ad una risoluzione del disturbo infatti non si può intervenire solo su chi ne soffre e non parla, ma è necessario agire per portare cambiamenti nel quotidiano, a casa e fuori. Va da sé che tutti i membri del nucleo familiare sono protagonisti di questo impegno collettivo e che non possono in alcun modo esserne esonerati.
Se lo stile di accudimento dei genitori è eccessivamente sollecito, iperprotettivo, anticipatorio e salvifico, i figli si abitueranno ad essere trattati con i “guanti bianchi”, a non esporsi in prima persona e ad aspettarsi che, per le grandi e piccole cose, siano gli altri a fare, dire, predisporre, perché loro possano usufruirne senza alcun tipo di fatica, di tensione e di sforzo.
Se invece la modalità d’accudimento di madre e/o padre è di tipo “evitante,”il rischio è quello di non affrontare il MS, non accettare le difficoltà del figlio, sottovalutarle e/o lasciare agli altri la cura, siano essi insegnanti o specialisti.
E che dire di chi si lascia sopraffare da una visione pessimistica che lo spinge a dire “Perché proprio a me?”, “La vita è troppo dura”. Anche questo modo di affrontare le difficoltà non è quello giusto, perché il messaggio che coglierà il figlio sarà di grande fatica e di poco supporto da parte dei familiari, già impegnati a sostenere se stessi.
Cosa fare allora? Tutte le ricerche e le testimonianze di chi ha vissuto in famiglia il MS riportano che, per poter avere un equilibrio nel modo di affrontarlo, non bisogna isolarsi, ma far proprie delle semplici ed efficaci strategie:
- Quando il peso si fa gravoso e pare insopportabile, non chiudersi, ma aprirsi a chi può comprendere il momento e dare un abbraccio, anche virtuale, ma con il cuore (in ciò il gruppo facebook di Aimuse è impagabile).
- La seconda strategia è accorgersi di quanto sia diffusa, in tutti, l’abitudine di considerare solo i lati negativi di ciò che non va, senza considerare che c’è anche tutto il resto. Importante allora è sottolineare le cose belle e buone che succedono casualmente, oltre che le abilità e le risorse personali.
- Quando in alcuni contesti vediamo regressioni preoccupanti, il terzo consiglio è tenere presente che i bambini/ragazzi con MS hanno spesso questi momenti, sono situazioni che accadono e che spesso servono a loro per prendere coraggio e fare un salto in avanti nei progressi. Non è raro infatti che tali momenti seguano altri in cui ci sono stati significativi passi avanti.
- Un altro punto importante è allora quello di continuare ad allenare una visione positiva delle cose, ad esempio approfittare degli incontri tra genitori organizzati da Aimuse per portare la propria esperienza ed ascoltare quella di altre famiglie cercando il buono di ogni storia personale condivisa.
- Anche le merende o le giornate organizzate dalla nostra Associazione o nate spontaneamente tra famiglie di bambini e adolescenti con MS sono importanti per familiarizzare, conoscersi e far vivere ai figli esperienze giocose che invogliano l’apertura al verbale.
Ancora una volta l’esempio degli adulti è importantissimo: se in famiglia riusciremo a mantenere una condizione positiva e di apertura, un atteggiamento di fiducia verso se stessi e gli altri, un clima giocoso, un ambiente rilassato, metteremo le basi per incidere in modo concreto sull’abbassamento dell’ansia e la risoluzione del MS.
Emanuela Iacchia – psicologa psicoterapeuta, direttore Comitato Scientifico Aimuse