Che cos’è la resilienza e come si sviluppa – di Emanuela Iacchia
Di resilienza si parla molto, sappiamo che non è un qualcosa di innato, ma si sviluppa attraverso l’esempio e l’educazione. Quando si è bambini e, attraverso l’esperienza positiva dei genitori, si impara che l’ambiente può avere un ruolo supportivo, non minaccioso e che si può esercitare una certa influenza sul mondo circostante, si stanno mettendo le basi della resilienza.
Quando invece non si è potuto gioire di esperienze positive fin dall’infanzia, si farà più fatica ad essere resiliente, infatti non si pensa di poter cambiare il modo di vedere le cose , ma si crede che, davanti alle avversità, si debba solo subire. In questo modo, si finisce per manifestare rabbia, frustrazione e impotenza dinanzi agli ostacoli e alla vita stessa. Le paure diventano allora montagne insormontabili, alcuni restano chiusi nel silenzio, altri passano all’attacco e alla critica incessante verso tutto e tutti.
Non è così per le persone resilienti che sono invece tipicamente accomodanti perché non sentono il bisogno di affermarsi mediante la sottomissione altrui. Esse, nel fare un passo indietro o ammettere un proprio errore, non vedono una minaccia al proprio valore personale, dispongono di buone abilità sociali e sono in grado di far fronte alle difficoltà che incontrano lungo il cammino della vita. La resilienza allora potrebbe essere anche definita come un insieme di caratteristiche che vanno dalle aspettative positive rispetto gli eventi controllabili e incontrollabili, all’autoregolazione emotiva, fino ad arrivare alla flessibilità del sé.
Sono molti gli studi scientifici che hanno indagato questo costrutto. Tra i tanti, riporto gli esperimenti del «Minnesota Longitudinal Study of Risk and Adaptation. Il Team dei ricercatori del Minnesota, osservando la storia di attaccamento di diverse persone, sono riusciti ad individuare le caratteristiche dei bambini resilienti. Essi avevano alle spalle una storia di cure adeguate in quanto il loro sviluppo era avvenuto in un ambiente pienamente supportivo, non iperprotettivo, ma stimolante. Questi bambini, nelle loro esperienze precoci, avevano appreso che le azioni potevano avere un impatto sull’ambiente: gli ostacoli potevano essere superati e le relazioni affettive potevano essere una risorsa inestimabile.
Ma anche se l’infanzia è il periodo della nostra vita in cui sembriamo essere più “duttili“, è importante sottolineare che il nostro organismo conserva intatte le medesime capacità di adattamento anche negli anni successivi. In altre parole, tutte le esperienze che noi facciamo nel quotidiano, non solo da piccoli, ma anche da ragazzi o da adulti, possono avere un impatto sulla nostra plasticità cerebrale e portare importanti cambiamenti nella nostra vita.
Ciò significa che è possibile allenarsi a delle risposte nuove verso l’ambiente e che si può imparare ad interagire con gli altri abbassando la paura e la vergogna, aumentando le risposte di calma e di riflessione. Si possono affinare le nostre strategie di coping così da sviluppare una buona base di resilienza, che andrà a tradursi in modifiche fisiologiche dell’ organismo e del pensiero con ricadute positive giorno dopo giorno.
I bambini e gli adolescenti con MS hanno un grande bisogno di immagazzinare esperienze positive in termini di autostima e di autoefficacia.
Hanno bisogno di sapere che in ogni momento della vita le esperienze che affrontano possono portare cambiamenti positivi.
La risposta fisiologica allo stress è uguale per tutti, a variare è l’intensità e la sensibilità del sistema di risposta poiché l’organismo ha la possibilità di riadattarsi all’ambiente mediante meccanismi di plasticità cerebrale. Ciò significa che ognuno può allenare le sue capacità cognitive, emotive e relazionali così da migliorare l’immagine di sé e avere ricadute positive e di benessere sull’intera persone e sul proprio ambiente.
Quest’estate è importante che i nostri bambini e ragazzi con Mutismo Selettivo possano sperimentarsi su più fronti affiché ogni nuova occasione sia per loro una crescita positiva.
Emanuela Iacchia – psicologa e psicoterapeuta, direttore del Comitato scientifico Aimuse.