Superare la paura del giudizio e iniziare bene la scuola – di Emanuela Iacchia

Superare la paura del giudizio e iniziare bene la scuola – di Emanuela Iacchia

Sentirsi giudicati è un’esperienza sgradevole e stressante. La scuola pur essendo per la maggior parte delle volte un ambiente accogliente, porta con sé un aspetto di valutazione e di giudizio che impaurisce. Molti studenti di ogni ordine e grado spesso ne sono condizionati fino al punto da sentirsi paralizzati quando si sentono sotto pressione. Evitano i giorni delle interrogazioni, accusano dolori somatici e le statistiche ci confermano che la dispersione scolastica è aumentata.

Il Mutismo Selettivo, essendo un disturbo d’ansia, potrebbe amplificare queste emozioni già di per sé invalidanti, perché il non riuscire a parlare in situazioni sociali, limita la condivisione dei propri sentimenti con i compagni o con gli insegnanti e rende più fragile chi è ancora nel proprio silenzio.

Il timore del giudizio dell’altro è uno dei temi forti che riportano i nostri adolescenti con Mutismo Selettivo quando ci raccontano di loro. Mentre i bambini ci dicono della loro paura di parlare, i più grandi sono molto preoccupati di fare brutta figura. Sono emozioni invalidanti se poi si associano ad un senso perenne di inadeguatezza.

Per superare questi stati d’animo ed iniziare ad affrontare il nuovo anno scolastico in modo più sereno, ecco alcune riflessioni che partono dalla consapevolezza che ognuno di noi ha sempre la possibilità di interpretare ciò che gli succede in modo positivo o negativo e che il modo in cui lo fa, incide sulla sua serenità.   

Ecco allora la prima riflessione: nelle avversità si può crescere.

I problemi possono stimolarci facendoci recuperare le nostre risorse interne, aiutandoci a trovare la forza necessaria per fare il passo che ci possa portare ad uscire dalla zona di comfort in cui ci troviamo. Affrontare le avversità come una sfida permette di mettersi alla prova e sviluppare la resilienza. Le persone resilienti sono coloro che affrontano le difficoltà come delle opportunità per imparare e crescere.

La seconda idea è questa: anche se sbagliamo non succede nulla. Dietro la paura del giudizio c’è la paura delle conseguenze, ma in realtà, il più delle volte le persone intorno a noi fanno a malapena caso ai nostri comportamenti, ci vedono, ci sentono e poi pensano ad altro. Temere il giudizio dell’altro e viverlo negativamente, può bloccare la spontaneità.  A volte si vorrebbe dire il proprio pensiero o fare un piccolo commento, ma la vergogna e la paura di sbagliare è troppo forte e si rimane in silenzio. L’errore non è imperdonabile, anzi ci permette di migliorarci.

L’ultima riflessione è allora quella che non possiamo piacere a tutti. Pensare che, se ci si sforzerà abbastanza, si riuscirà a piacere a tutti, non può essere reale perché tutti siamo diversi e ognuno desidera cose differenti. Quindi voler piacere a tutti, non è possibile.  Le persone che contano davvero nella nostra vita sono quelle che ci accettano per quel che siamo, ma che ci invogliano a migliorare. Queste persone sono coloro che incoraggiano gli amici ad essere autentici, a non lasciarsi vincere dalle paure e a percorrere la strada per crescere felici.

A scuola o nelle attività quotidiane che a settembre ricominceranno, cerchiamo allora di avere un atteggiamento che ci faccia stare bene: vedere il bicchiere mezzo pieno, ossia riuscire a prendere il meglio dalle situazioni che ci si presentano.

Emanuela Iacchia – psicologa e psicoterapeuta, direttore del Comitato scientifico Aimuse