Conosciamo il nervo vago di Emanuela Iacchia
Paura, ansia e stress mettono il nostro sistema nervoso in stato di allerta. Passato il pericolo, vero o presunto, le tensioni si allentano e il corpo si rilassa. Se però la tensione diventa permanente, a tal punto da bloccare la parola, alcuni studiosi stanno ipotizzando che la stimolazione mirata del nervo vago possa essere di valido aiuto nella regolazione delle emozioni e nella risposta allo stress.
Una stimolazione adeguata del nervo vago può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare il benessere generale. Come? per esempio ricorrendo a pensieri positivi, a esercizi di respirazione e io aggiungerei ad azioni giocose, movimento e rilassamento. Il nervo vago ha infatti un ruolo fondamentale nell’aiutarci a passare da uno stato di tensione a uno di rilassamento.
Ma cosa è il nervo vago e dove si trova? È uno dei nervi più lunghi del corpo umano e ha un percorso molto esteso, innervando molti organi e tessuti. «Nasce» nel punto in cui il tronco encefalico e il midollo spinale si incontrano e da lì scende diramandosi verso le orecchie e la laringe. Il nervo vago collega il cervello all’intestino e ad altri organi, a livello del torace è collegato al cuore e ai polmoni, scende poi lungo l’esofago fino ad arrivare alla cavità addominale, dove forma tante piccole ramificazioni che lo collegano agli organi addominali (reni, milza, stomaco, fegato). Lungo questo percorso avviene uno scambio di informazioni e istruzioni. Infine raggiunge l’intestino tenue. Il 20% circa delle fibre del nervo vago scende dal cervello verso il corpo. Il restante 80% segue il percorso inverso.
Il nervo vago fa parte del nostro sistema nervoso autonomo cioè lavora «in autonomia, esula dal nostro controllo e regola funzioni quali il battito cardiaco, la digestione, la sudorazione, la pelle d’oca, il rossore, la voce che si abbassa e spesso non riesce ad uscire.
Ma cerchiamo di capire meglio: nelle situazioni percepite come pericolose, le reazioni di difesa non sono il frutto di una decisione volontaria e razionale, ma sono automatiche, non controllabili e producono il comportamento che il cervello in quel momento ritiene più utile alla sopravvivenza. Quattro sono le possibili risposte del sistema di difesa: freezing, fight, flight e faint.
Il freezing, o congelamento, è l’immobilità tonica: è quello che succede al coniglietto in mezzo alla strada, che s’immobilizza quando arriva un’auto. In quel momento il corpo è bloccato, ma i muscoli sono in tensione, pronti a scattare non appena il cervello, sempre a livello automatico e involontario, avrà valutato il comportamento più utile alla sopravvivenza da mettere in atto. Nel frattempo l’immobilità consente di essere meno visibili ai predatori. Ci sono anche le reazioni di attacco (fight) o fuga (flight) o di svenimento (faint), ma la reazione di congelamento è quella che vediamo molto spesso nei nostri bambini o ragazzi con mutismo selettivo quando si bloccano e tutto il corpo è in tensione.
Per aiutare i nostri ragazzi, oltre al respiro ai pensieri positivi, prima si diceva di distogliere da loro lo sguardo, oggi le ricerche ci dicono che è importante mantenere il contatto oculare che presuppone una microregolazione continua. Il contatto non deve essere però, prolungato ed eccessivo, non deve essere giudicante, ma accogliente. Possono essere contatti oculari brevi, non forzati e con un’intensa coloritura affettiva. Devono essere simili a quelli osservabili nella relazione madre-bambino quando siamo in presenza di un attaccamento sicuro. Se lo sguardo dei ragazzi è molto sfuggente e il nostro sguardo è vissuto come intrusivo, possiamo legittimare il loro bisogno di evitarlo, scegliendo, in accordo con loro, di non adottare uno sguardo diretto per tutto il tempo, ma non possiamo rinunciare a proporlo. Questa modalità relazionale aiuta bambini, ragazzi e anche adulti a diventare più consapevoli dei propri stati interni e influisce positivamente sulle personali capacità di regolazione emotiva.
In sintesi, il nervo vago è una struttura fondamentale per il funzionamento del corpo e della sua regolazione autonoma e ha un impatto significativo sulla nostra salute fisica e psicologica.
Emanuela Iacchia, psicoterapeuta, Direttrice Comitato Scientifico Aimuse