PILLOLE di PARENT TRAINING: La coppia come squadra

PILLOLE di PARENT TRAINING: La coppia come squadra
Dott.ssa Paola Ancarani

Uno dei temi spinosi quando si lavora con le famiglie è il rapporto di coppia tra i genitori.

Ogni coppia è coppia a modo suo, ma fare/non fare squadra è la condizione per la quale due genitori possono o meno essere un aiuto efficace per i propri figli. Selettivamente muti o no.

Nel caso specifico dei bambini e ragazzi con mutismo selettivo è fondamentale riuscire a sviluppare – volontariamente e strategicamente – uno schema di “gioco” comune, senza questo accade infatti che i fattori bloccanti possano rinforzarsi e complicarsi e che le conseguenze arrivino ad inficiare anche l’ottimo lavoro fatto su altri fronti.

Occorre perciò essere coraggiosi e onesti con se stessi, rendendosi sul serio disponibili a fare un po’ di correzioni in merito a cosa facciamo e diciamo e sul come mettiamo in atto le azioni e le comunicazioni all’interno della nostra relazione di coppia. Questo COSA e questo COME sono infatti ogni giorno sotto gli occhi dei figli, entra nelle loro orecchie, li tocca e li penetra come unguenti sulla pelle, non possiamo perciò davvero credere che NON li condizioni. Positivamente e/o negativamente.

Comprensibilmente le reticenze che ognuno può sentire, all’idea di mettersi in discussione come parte di una coppia, sono molte, da ciò derivano tante argomentazioni (giustificazioni?) diverse, ad esempio: io lavoro e non ho tempo. Non credo che serva. Non c’è ragione per sprecare soldi ed energie in questo visto che il problema ce l’ha il figlio/a. Non c’è alcun bisogno perché nella nostra coppia è tutto a posto. Lo farei se mio marito/moglie fosse disponibile (ma già so che non lo è) e così via, tutti discorsi rispettabili e, percentualmente, possibili, ma che nella sostanza non solo altro che difese.

La realtà infatti è che attraverso problemi di tempo, organizzazione, convinzione ecc. ciascuno si protegge, come con uno scudo, perché mettersi a nudo, per assumersi la proprietà e la responsabilità del proprio agire, pensare, sentire, parlare, tacere, fa paura, per questo la reazione è quella di dire NO. Cambia lo stile o il momento in cui lo si dice, ma il significato resta NO.

Questo NO purtroppo è dannoso, perché, in verità, aprirsi alla possibilità di guardare in faccia il proprio mondo interno, anche al fine di capire come esso si interseca con quello dell’altro (con cui abbiamo generato un nuovo individuo) è un’opportunità terapeutica concreta, sia per noi stessi e sia per coloro con i quali siamo in relazione. A maggior ragione se sono i nostri figli.

Come agire allora? La risposta è: come si fa in una squadra, allenandosi sia individualmente e sia insieme. Le strade per farlo sono più di una. Ad esempio:

  • si potrebbe avviare un vero e proprio percorso di parent training, che preveda anche una sezione sulla coppia, avvalendosi quindi di un terzo che fa questo mestiere (come fosse un allenatore);

  • si potrebbe concordare uno spazio settimanale dedicato alla coppia, nel quale si legge insieme un testo specifico, usandolo NON per accusarsi a vicenda, ma per trovare un modo nuovo e diverso di conoscersi e cooperare (come fosse una palestra);

  • si potrebbe partecipare a gruppi di auto mutuo aiuto tematici e lì confrontarsi con altri che hanno vissuto e vivono difficoltà di relazione tra partner, “copiando” le soluzioni altrui più efficaci (come fossero mosse di gioco);

  • si potrebbe costruire insieme una strada ulteriore, diversa da quelle qui esemplificate, così da definire un iter a misura di coppia (come fosse un programma di allenamento).

Quello che conta è essere disposti sul serio a fare qualcosa per la coppia, quindi essere sinceramente aperti, per correggere se stessi PRIMA di giudicare (anche se a ragion veduta) quello che l’altro propone e dispone in famiglia. Certo non è per niente facile, ma se NON lo si fa per i figli, quale altra motivazione valida si aspetta di trovare? Quindi, cari genitori, tiriamoci su le maniche e agiamo.

Ecco due testi immediatamente utilizzabili.

  1. Il bambino che sei stato, autore Hugh Missildine, edito da Erickson. È un volume che aiuta a fare un po’ di conoscenza con i propri personali meccanismi e capire come essi ricadono nella coppia e nella famiglia. Quindi è uno strumento individuale, da leggere da soli.

  2. L’intimità nel rapporto di coppia, autori Gianni Bassi e Rossana Zamburlin, Edizioni Paoline. Questo invece è un testo che va letto insieme e che, come già detto, può fornire alla coppia spunti su cui basare un nuovo pezzo di vita e di relazione.

Si può fare, quindi facciamolo.

Alla prossima “pillola”.