La Neuropsicantria infantile e il mutismo selettivo
E’ uscito il 20 novembre, Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia, il nuovo libro-CD dal titolo La Neuropsicantria infantile, Manuale cantato di psicopatologia dell’età evolutiva (Edizioni La Meridiana). Gli autori sono lo psichiatra Gaspare Palmieri e lo psicoterapeuta Cristian Grassilli, entrambi anche cantautori di scuola emiliana, che in passato hanno collaborato con Francesco Guccini e che hanno già pubblicato per lo stesso editore due CD psicoeducativi.
La Neuropsicantria infantile è un concept sul mondo dell’infanzia e dei disagi ad essa correlati che comprende diciassette canzoni che raccontano storie di malattia e di guarigione e ogni traccia ha una funzione psicoeducativa in quanto veicola, attraverso il racconto musicato, concetti e informazioni legati alla sfera psicologica e relazionale dei piccoli e degli adulti di riferimento.
Tra i brani segnaliamo La ballata del mutismo selettivo, che dà letteralmente voce a una storia che inizia con monosillabi e silenzio, per poi esprimersi con parole che svelano angosce, vergogne e timori di un bambino che si affaccia al mondo ed entra in relazione con gli altri. Il capitolo ad essa collegato “Le parole di ghiaccio” è stato scritto dalle dott.sse E.Iacchia, P.Ancarani, E. Marchio dell’Associazione A.I.Mu.Se.
Per l’acquisto on line:
Ascoltabile gratuitamente su spotify:
https://open.spotify.com/album/4KozMnG5aIEfeNMuqSuLBs
Per ulteriori info:
mail: psicantria@gmail.com
facebook: psicantria
La ballata del mutismo selettivo
Mia madre ricorda la mia prima parola
Che uscendo mi fece paura
In casa fu festa sembrava natale
Mio padre raffinato intellettuale
Poi Col tempo imparai a raccontare
col rischio di farmi notare
Ed il il vento soffiò via le parole
Il silenzio diede voce al timore
Maestre e compagni mi dicevan rispondi
Lingua dove ti nascondi
Come fucili gli sguardi degli altri
La vergogna non arriva mai tardi
E col tempo smisi di raccontare
Troppo il rischio di farmi notare
Quel silenzio turbava la gente
Che pensava non capissi niente
Eppure qui parla non fa scena muta
Diceva mia mamma confusa
Ma fuori di casa a chi non conosce
Non vuole donar la sua voce
Una bimba così andrebbe vista
Suggerisce la pedagogista
disegnavo senza fare rumore
le domande le lasciavo al dottore
pian piano a scuola cambiaron le cose
nuovi modi di comunicare
nei giochi più sguardi, gesti e sorrisi
non più obbligatorio parlare
nella classe un po’ meno pressione
su di me più calore e attenzione
e tutti quanti mi fecero festa
al mio primo ciao alla maestra.
poi un giorno telefonai al dottore
pronto doc e lo lasciai senza parole