La Neuropsicantria infantile e il mutismo selettivo

E’ uscito il 20 novembre, Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia, il nuovo libro-CD dal titolo La Neuropsicantria infantile, Manuale cantato di psicopatologia dell’età evolutiva (Edizioni La Meridiana). Gli autori sono lo psichiatra Gaspare Palmieri e lo psicoterapeuta Cristian Grassilli, entrambi anche cantautori di scuola emiliana, che in passato hanno collaborato con Francesco Guccini e che hanno già pubblicato per lo stesso editore due CD psicoeducativi.

La Neuropsicantria infantile è un concept sul mondo dell’infanzia e dei disagi ad essa correlati che comprende diciassette canzoni che raccontano storie di malattia e di guarigione e ogni traccia ha una funzione psicoeducativa in quanto veicola, attraverso il racconto musicato, concetti e informazioni legati alla sfera psicologica e relazionale dei piccoli e degli adulti di riferimento.

Tra i brani segnaliamo La ballata del mutismo selettivo, che dà letteralmente voce a una storia che inizia con monosillabi e silenzio, per poi esprimersi con parole che svelano angosce, vergogne e timori di un bambino che si affaccia al mondo ed entra in relazione con gli altri. Il capitolo ad essa collegato “Le parole di ghiaccio” è stato scritto dalle dott.sse E.Iacchia, P.Ancarani, E. Marchio dell’Associazione A.I.Mu.Se.

Per l’acquisto on line:

http://www.lameridiana.it/SchedeDettaglio/DettaglioPubblicazione/tabid/61/Default.aspx?isbn=9788861536371

Ascoltabile gratuitamente su spotify:

https://open.spotify.com/album/4KozMnG5aIEfeNMuqSuLBs

Per ulteriori info:

www.psicantria.it

mail: psicantria@gmail.com

facebook: psicantria

La ballata del mutismo selettivo

Mia madre ricorda la mia prima parola

Che uscendo mi fece paura

In casa fu festa sembrava natale

Mio padre raffinato intellettuale

Poi Col tempo imparai a raccontare

col rischio di farmi notare

Ed il il vento soffiò via le parole

Il silenzio diede voce al timore

Maestre e compagni mi dicevan rispondi

Lingua dove ti nascondi

Come fucili gli sguardi degli altri

La vergogna non arriva mai tardi

E col tempo smisi di raccontare

Troppo il rischio di farmi notare

Quel silenzio turbava la gente

Che pensava non capissi niente

Eppure qui parla non fa scena muta

Diceva mia mamma confusa

Ma fuori di casa a chi non conosce

Non vuole donar la sua voce

Una bimba così andrebbe vista

Suggerisce la pedagogista

disegnavo senza fare rumore

le domande le lasciavo al dottore

pian piano a scuola cambiaron le cose

nuovi modi di comunicare

nei giochi più sguardi, gesti e sorrisi

non più obbligatorio parlare

nella classe un po’ meno pressione

su di me più calore e attenzione

e tutti quanti mi fecero festa

al mio primo ciao alla maestra.

poi un giorno telefonai al dottore

pronto doc e lo lasciai senza parole