PILLOLE di PARENT TRAINING. I Killer dell’autostima: le etichette e le sostituzioni
PILLOLE di PARENT TRAINING. I Killer dell’autostima: le etichette e le sostituzioni
Dott.ssa Paola Ancarani
Proseguiamo con i nostri “focus” sui 6 più spietati killer dell’autostima. Dopo l’inquisizione, i giudizi e le parole a tutti i costi, oggi conosciamo i killer n. 4 e n. 5.
Killer N. 4: LE ETICHETTE
Muto. È il muto. Non ce la farà. Non ne usciremo mai… Pensieri e parole come queste pesano come macigni e, purtroppo, spesso si trasformano in etichette.
Le etichette sono appiccicose per natura e quando si fissano addosso per staccarle ci vuole un lavoraccio. Quelle che in quanto adulti ci portiamo a spasso si sono accumulate negli anni, quelle che si incollano sui nostri figli, spesso le attacchiamo proprio noi. Ecco qual è il volto del killer n.4.
Per combatterlo occorre etichettare positivamente l’essere e l’esistere del bambino o del ragazzo, e segnalare, invece, come erronei, i comportamenti che vogliamo che corregga. Per poi lodarlo, mostrando che lo abbiamo notato ed apprezzato (rinforzo positivo specifico). È probabile che qualche genitore pensi, ad esempio: “ma figurati se devo lodarlo perché ha messo la sua cartella in camera invece di lasciarla in giro per casa”, è comprensibile che si ritengano scontati questi comportamenti e che si tenda a segnalare gli altri, ossia quelli che non rispettano l’aspettativa, ma la domanda è: vogliamo avere ragione o vogliamo che nostro figlio impari a pensarsi e gestirsi in modo efficace?
Se la risposta è la prima, ossia vogliamo la ragione, allora continuiamo pure a rimbrottarlo nelle occasioni in cui lui non corrisponde alle nostre aspettative, se invece rispondiamo nella seconda maniera, allora sforziamoci noi per primi di essere costanti, e vedrete che presto inizierà un circolo virtuoso in cui lui/lei aumenterà le volte in cui si comporterà bene per provare il piacere di essere gratificato dalla nostra approvazione e a noi verrà più facile ed automatico far notare che siamo contenti, perché siamo gratificati dal fatto che ci ha dato ascolto.
Nel caso del Mutismo Selettivo una etichetta è quella della debolezza. Spesso consideriamo i bambini e i ragazzi che si bloccano per l’ansia, deboli e per questo li salviamo anche quando non sono in pericolo, anticipiamo ciò che crediamo serva e lediamo le opportunità perché la sua autonomia germogli e cresca.
Killer N. 5: LE SOSTITUZIONI
La nostra epoca è spesso caratterizzata da famiglie gestite dall’orologio. Tra gli spostamenti, il traffico, gli impegni, le urgenze, il lavoro ecc. sembra che il tempo abbia ingaggiato una lotta contro di noi e che le difese che opponiamo non siano affatto adeguate. Così è la fretta molte volte guida madri e padri a sostituirsi ai figli, soprattutto a quelli piccoli.
Se la maglietta se la infila lui ci vogliono 8 minuti, se gliela infiliamo noi ne basta 1, se la pasta la mangia da solo, ci vogliono 20 minuti, se lo imbocchiamo noi ne bastano 10, se ad apparecchiare la tavola aiuta lui, ci vogliono 10 minuti, se l’apparecchiamo noi ne bastano 5. Poi c’è lavarsi, allacciarsi le scarpe, i compiti, la cartella da preparare, il letto da riordinare… Decine e decine di piccole e grandi attività quotidiane che per fretta, per abitudine, per comodità, per bisogno, per paura, noi facciamo al posto dei nostri bambini.
Tutto questo fa risparmiare tempo, però non alimenta affatto l’autonomia, che invece è indispensabile, perciò la domanda è: se i genitori passano ai figli ’informazione tacita che ritengono che non siano in grado di fare le cose secondo il loro desiderio (e tempi), quindi bene, come potranno mai i suddetti figli stimarsi positivamente?
Ed ecco come fa il killer n.5 a portare a termine il suo incarico. Una cosa che vale ancora più per i bambini con MS.
La difesa migliore contro questo killer è risparmiare il tempo su altre cose, meno importanti, e lasciare che i figli allenino la loro capacità di fare, di essere autonomi. Vedrete che in pochissimo i tempi saranno loro stessi a ridurli, come sempre accade quando un’abilità da appresa diventa acquisita. Non tante cose scelte tra quelle che per i bambini sono fonte d’ansia, ma poche e piccole, scelte tra quelle che cominciano negli spazi domestici più noti e sicuri. Facendolo i bambini e i ragazzi impareranno progressivamente che ce la possono fare e noi lo constateremo con loro. Questo rinsalda e rinforza l’autostima più di tante rassicurazioni verbali.
Quindi cari genitori buoni cambiamenti e buona caccia ai killer n.4 e n.5.
La prossima “pillola” sarà dedicata all’ultimo killer: i non detto.