Spazio giovani. Il primo spettacolo

Il primo spettacolo

Se il silenzio è suono, io posso dire di essermi approcciata per la prima volta a questa forma di silenzio quando frequentavo la prima media. In quel periodo espressi il mio desiderio di voler imparare a suonare uno strumento musicale, in questo caso la chitarra. Desideravo suonare la chitarra inizialmente per curiosità: credevo sarebbe stato interessante esserne capace. In seguito il mio desiderio non riguardò più solo la mia curiosità, ma anche la volontà di superare l’ostacolo che mi ritrovo costantemente davanti. Questo desiderio accrebbe quando, al corso di chitarra, mi convinsero che appena fossi salita sul palcoscenico e avessi suonato il mio brano musicale, sarei riuscita ad abbattere l’imponente montagna sempre fissa dinanzi a me.

Arrivò il giorno dello spettacolo finale ed ero così agitata (agitatissima!) all’idea di riuscire a superare finalmente  il mio ostacolo, che mi sudavano così tanto le mani da non riuscire a trovare il plettro della mia chitarra e di conseguenza non riuscii a controllare che fosse accordata correttamente.

Mano a mano che si avvicinava il momento di salire sul palcoscenico l’ansia aumentava a dismisura, tanto da rendermi conto di non riuscire a ricordare il brano musicale che avrei dovuto suonare in seguito. Quando salii sul palcoscenico e iniziai a suonare il brano che avevo scelto, l’ansia cominciò a diminuire fino a scomparire completamente. Riuscii a suonare la composizione musicale e incominciai a sentirmi a mio agio sul tanto atteso e temuto palcoscenico.
La serenità però svanì non appena mi resi conto che non era cambiato niente, che il grande ostacolo che mi ero tanto ripromessa di superare era ancora lì, proprio davanti a me. I sentimenti iniziali furono d’agitazione per essere salita su un palcoscenico, di amarezza per aver creduto fino in fondo di essere in grado di scalare l’insormontabile montagna e di delusione, per non esserci riuscita. Ero talmente tanto arrabbiata che non volevo più avere nulla a che fare con la chitarra o qualsiasi altro strumento musicale. Ero arrivata al punto di volerla addirittura vendere.

Tuttavia dopo il primo momento iniziale di rabbia, agitazione e amarezza, compresi che non poteva bastare salire solo una volta su un palcoscenico per poter finalmente liberarmi dal mio stato di timidezza, ma era stato un piccolo passo, una sfida con me stessa che ero riuscita a vincere. Mi resi conto che, nonostante tutto, avevo trascorso un’importante serata, ricca di emozioni e sensazioni particolari, indescrivibili a parole.

G.